XVIII domenica del tempo

La vita non dipende da ciò che possiedi.

Questo è il punto di vista di Gesù.

La vita dipende da qualcos’altro che non è identificabile coi beni, con le cose che si hanno.

Parafrasando un po’ grossolanamente potremmo dire: il valore di un uomo non dipende dalla sua ricchezza. Questa affermazione – che ovviamente ha un senso anche oggi – era tanto più significativa in una società dove lo status sociale era legato alla benedizione/maledizione di Dio, dove cioè si pensava che i ricchi fossero ricchi perché benedetti da Dio e i poveri fossero poveri perché maledetti da Dio (in quanto peccatori).

Gesù entra a gamba tesa su questa concezione: la vita non dipende da ciò che possiedi. Il tuo valore di uomo (e donna, ovviamente) non dipende dalle ricchezze che hai, il valore della tua vita non dipende dai beni che hai accumulato.

Non è il metro giusto per valutare una vita, per dare un giudizio di valore sulla vita.

Chissà cosa ne pensa la gente di questa presa di posizione di Gesù…

E noi? Cosa ne pensiamo?

Al di là di un immediato assenso “cattolico”, ovvio di fronte al modo di pensare di Gesù, quanto è vero che siamo d’accordo con lui e quanto è profondo questo accordo?

Per rispondere forse è utile porsi una contro domanda: se la vita non dipende da ciò che possiedo, da cosa dipende? Se il senso della vita non sta nell’accumulo delle ricchezze, qual è il senso della vita?

Non sono domande banali, perché da ciò che uno si pone come obiettivo, dipende poi anche il modo in cui vive, le scelte che fa, le reazioni che ha.

Se penso che un uomo valga per ciò che ha e che lo scopo della vita sia ottenere ricchezze, agirò in quel senso. Organizzerò la mia vita in modo tale da raggiungere l’obiettivo, da mettere in secondo piano ciò che – seppur importante – mi è d’impedimento (che siano gli affetti o la correttezza). Utilizzerò tempo ed energie per arrivare lì.

Se lo scopo è un altro, farò altrimenti. La mia vita sarà organizzata diversamente e il mio tempo e le mie energie saranno investite in un altro modo.

A questo punto ci si potrebbe fare anche la domanda inversa: l’organizzazione della mia vita, del mio tempo e delle mie energie, cosa dice rispetto a quali siano le mie priorità? E dunque l’orizzonte di senso più ampio in cui iscrivo la mia vita?

Si potrebbe fare ancora un ultimo “gioco” (dato che siamo in piena estate, potrebbe essere l’esercizio di agosto): da come Gesù organizza il suo tempo e le sue energie, quale senso della vita emerge?

Nel brano che si legge domenica per esempio non è indicato cosa pensi Gesù in positivo: si dice solo – in negativo – che per lui la vita non dipende da ciò che si possiede.

Andando però un po’ più in là nella lettura e proseguendo fino al versetto 31, si scopre che Gesù dà anche un’indicazione in positivo: «Cercate piuttosto il suo regno».

So che sembra una di quelle formule che vogliono dire tutto e niente e che ci appaiono fumose e sfuggenti: Cosa vuol dire cercare il regno di Dio? Eppure non è qualcosa di così difficile da capire, nel vangelo è spiegato bene cos’è e che caratteristiche ha questo regno. La definizione più bella – a mio parere – è quella di Mt 11,5: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il vangelo (la buona notizia)».

Secondo Gesù ciò che dà valore e senso alla vita, cioè ciò che ti fa arrivare in fondo alla vita e – guardando indietro – ti fa essere contento (pieno di gioia, compiuto) è cercare di trasformare il mondo come l’abbiamo trovato in un posto che assomigli di più al regno di Dio, cioè a una realtà dove si cerca di far star meglio tutti (e non solo i nostri).

«Cercate piuttosto il suo regno» è stato prima di tutto il suo investimento di tempo ed energie, dunque il senso della sua vita. Forse varrebbe la pena diventasse anche il nostro.

Letture:

Dal libro del Qoèlet (Qo 1,2;2,21-23)

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male. Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi (Col 3,1-5.9-11)

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,13-21)

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

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