La novità di Gesù (commento al vangelo della VI domenica del tempo ordinario)

Con il vangelo di questa domenica continuiamo la lettura del discorso della montagna che la liturgia ci ha fatto intraprendere in queste settimane.

Il brano di oggi potrebbe essere diviso in due parti: la prima è quella introduttoria e fa riferimento al compimento della Legge; la seconda è quella che ne reintrerpreta alcuni precetti.

La questione di fondo è, dunque, il rapporto che c’è tra l’annuncio evangelico di Gesù e l’antica Legge del popolo ebraico: si tratta di continuità o di discontinuità?

In altre parole: in cosa consiste la novità di Gesù? Quale radicalità le va attribuita?

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VI Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-37)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».

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Sale della terra – Commento al vangelo della V Domenica del tempo ordinario

Il brano di vangelo di oggi è la diretta continuazione di quello di settimana scorsa (le beatitudini) e, infatti, fa parte anch’esso del cosiddetto “Discorso della montagna”.

Le immagini usate sono quelle del sale e della luce.

Entrambe sono riferite ai discepoli e alle discepole di Gesù, cui egli si rivolge dicendo: «Voi siete il sale della terra», «Voi siete la luce del mondo».

Prima di dire altro, credo sia importante soffermarsi su quel “Voi siete” e domandarci se, effettivamente, sentiamo rivolte a noi queste parole.

Ci sentiamo “sale del mondo” e “luce della terra”?

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V Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

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Le beatitudini (commento al vangelo della IV Domenica del tempo ordinario)

Il vangelo di Matteo è scritto per una comunità cristiana di origine giudaica.

Ciò vuol dire che i cristiani di quella Chiesa erano ebrei che avevano creduto all’annuncio apostolico e si erano fatti battezzare.

Essi, però, vivevano in un contesto in cui la maggior parte degli ebrei non aveva accolto la nuova fede.

Ecco perché l’evangelista, nello scrivere il suo vangelo, vuole rassicurarli sul fatto che abbiano fatto la scelta giusta, cioè sul fatto che credere a Gesù sia stato dare compimento alle attese messianiche del popolo eletto.

Per far questo, Matteo costruisce la sua narrazione presentando Gesù come il nuovo Mosè.

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IV Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

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Un inizio che invoglia a proseguire (commento al vangelo della III Domenica del tempo ordinario)

In questa terza domenica del tempo ordinario, il vangelo ci presenta l’avvio della vita pubblica di Gesù in Galilea.

Dopo il battesimo al Giordano, infatti, Gesù torna nel nord nella Palestina, nella regione dove era cresciuto, e lì inizia la sua missione.

Il testo che la liturgia ci propone è la prima pagina di questa sezione del vangelo di Matteo e costituisce una sorta di sintesi dell’attività gesuana, le cui singole parti verranno man mano riprese e approfondite nel corso dei capitoli successivi.

Vengono, infatti, qui raccolti i grandi temi dell’esperienza storica di Gesù:

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III Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

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Segni deboli – Commento al vangelo del Battesimo del Signore

Terminate le festività natalizie, domenica comincia il tempo ordinario, che ci porterà a riflettere sulla vita pubblica di Gesù, quest’anno al seguito dell’evangelista Matteo.

L’esordio riguarda il battesimo al Giordano, che il primo evangelista (in ordine canonico e non cronologico) narra in una maniera peculiare.

Tra le righe, infatti, in lui più che altrove, emerge l’esigenza di narrare l’episodio in maniera tale che sia chiara la supremazia di Gesù sul Battista.

La vicenda, infatti, inizia in questo modo: «Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo».

E perché mai il Battista vuole impedire a Gesù di essere battezzato?

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Battesimo del Signore (letture)

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

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