Nel vangelo di Giovanni è centrale la figura del testimone.
Anzi, il vangelo stesso, per Giovanni, è una testimonianza.
A livello dei personaggi che vi compaiono, il ruolo del testimone è svolto, innanzitutto, dal Battista, mentre nella seconda parte dell’opera, questa funzione viene presa dal cosiddetto “discepolo amato”.
L’evangelista Giovanni scrive a una comunità di provenienza giudaica e perciò ha lo stesso problema di Matteo, cioè sottolineare la subalternità del Battista a Gesù.
Nel testo questa intenzione è evidente, ma la cosa forse più interessante è la sottolineatura della non conoscenza di Gesù da parte del Battista.
Questo elemento è attribuito anche agli astanti. Nel brano precedente, infatti, il battezzatore dice: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete» (Gv 1,26).