Questa domenica si celebra la festa della Trinità, parolona che mette un po’ tutti quanti in soggezione.
Si potrebbe dire, per semplificare un po’ la cosa, “la festa di Dio”, perché, in effetti, il Dio cristiano si chiama Trinità, che
RILETTURE CONTEMPORANEE DEL VANGELO
Questa domenica si celebra la festa della Trinità, parolona che mette un po’ tutti quanti in soggezione.
Si potrebbe dire, per semplificare un po’ la cosa, “la festa di Dio”, perché, in effetti, il Dio cristiano si chiama Trinità, che
Questa domenica la Chiesa celebra la Pentecoste: 50 giorni dopo Pasqua.
Il significato liturgico di questa scansione temporale è stato presentato settimana scorsa, in occasione della festa dell’Ascensione.
In effetti, al di là dei giorni intercorsi tra
Per 40 giorni Gesù ha incontrato le sue amiche, i discepoli, gli apostoli e poi, il giorno dell’ascensione, è tornato da Dio.
Sostanzialmente è questo che si celebra la domenica dell’ascensione.
Ma proviamo ad andare un po’ più in là del dato nudo e crudo.
Il vangelo di due settimane fa si concludeva con la frase: «Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il testo di oggi ripresenta la medesima relazione di profonda intimità: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Ed eccola lì la parola che ti inchioda.
Il vangelo di Giovanni originariamente si concludeva con il brano che abbiamo letto settimana scorsa, al capitolo 20. Successivamente si sentì l’esigenza di aggiungere un ulteriore ventunesimo capitolo, la cui parte principale è quella narrata nel testo odierno: una nuova apparizione agli apostoli, una nuova pesca miracolosa, il dialogo con Pietro.
Pare che originariamente il vangelo di Giovanni si concludesse con il brano che leggiamo questa domenica. In seguito si sentì la necessità di aggiungere
Nella relazione con Gesù, come, d’altra parte, anche nella relazione tra di noi, non esistono certezze assolute, verità chiare e nette, oggettività indiscutibili…
Nella messa della domenica prima di Pasqua la liturgia presenta il testo della passione nella versione dell’evangelista dell’anno, che in questo 2018-2019 è Luca.
Non potendo riportare interamente la narrazione (che si estende per due interi capitoli, il cap. 22 e il cap. 23 del suo vangelo), ho scelto alcune parti che caratterizzano Luca in maniera particolare.
Io ritengo che questa sia una delle pagine più delicate del vangelo.
A fronte della violenza della scena iniziale, con la donna trascinata nel tempio, davanti a tutti, da scribi e farisei, che l’accusano pubblicamente di essere un’adultera e la vogliono lapidare, Gesù con la sua pacatezza, le sue poche parole e i suoi gesti lenti, si erge come l’unico uomo presente degno di questo nome.