Il vangelo di questa domenica si colloca all’interno del capitolo 10 del vangelo di Giovanni, la cui prima parte riporta un noto discorso di Gesù.
IV Domenica di Pasqua (commento)
Il testo di vangelo che la Chiesa ci propone per questa quarta domenica di Pasqua non consiste in un ulteriore racconto di apparizione del risorto, ma è tratto dal capitolo 10 di Giovanni, quindi – nella narrazione – da un momento in cui Gesù è ancora in vita.
Eppure, il brano scelto è collocato in una domenica di Pasqua e – quindi – è ritenuto in grado di farci riflettere proprio sulla risurrezione.
Come è possibile?
IV Domenica di Pasqua (letture)
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e dò la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo giudicare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io dò la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la dò da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
IV Domenica di Pasqua (commento) – Gesù non ha un secondo fine
Il brano di vangelo di Giovanni ci presenta Gesù come il buon pastore, contrapponendolo alla figura del mercenario: la differenza è che – nei momenti decisivi (quando arriva il lupo) – l’uno è disposto a dare la vita per le proprie pecore, mentre l’altro le abbandona e fugge, permettendo al lupo di rapirle e disperderle. Tutto questo perché al buon pastore importa delle pecore, mentre al mercenario no.
IV Domenica di Pasqua (letture)
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e dò la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo giudicare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io dò la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la dò da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».