Dopo la Quaresima, il tempo di Pasqua e la fine (solo di diritto, ma non di fatto) dei cosiddetti “tempi forti” – date le grandi solennità della Trinità, del Corpus Domini e dei santi Pietro e Paolo – questa domenica ricomincia effettivamente il tempo ordinario.
In questo anno liturgico ne avevamo già vissuto un pezzetto dopo il tempo di Natale.
Come è noto, infatti, il calendario liturgico della Chiesa è diverso da quello civile e inizia con l’Avvento (autunno 2024), prosegue con il tempo di Natale e poi – prima di cominciare il tempo forte della Quaresima e della Pasqua – si concentra per qualche settimana sulla vita “ordinaria” di Gesù.
Questa prima parte del tempo ordinario si era dipanata tra domenica 19 gennaio (II domenica del tempo ordinario) e domenica 2 marzo (VIII domenica del tempo ordinario), quando avevamo letto un brano tratto dal capitolo 6 del vangelo di Luca.
Questa settimana riprendiamo con la XIV domenica del tempo ordinario, che ci propone un testo tratto da Lc 10.
Vale perciò la pena, a mio giudizio, riprendere il percorso fatto finora, colmare il gap creatosi e ripartire.
La prima parte del tempo ordinario era stata inaugurata dal brano dell’evangelista Giovanni che narrava le nozze di Cana e l’avvio della missione di Gesù. Eravamo poi passati alla versione dell’evangelista Luca circa il medesimo avvio della missione pubblica.
Non deve stupirci il fatto che questo inizio dell’attività di Gesù (a Nazareth, secondo Luca) sia narrato solo al capitolo 4. Va ricordato, infatti, che il terzo vangelo utilizza i primi due capitoli per parlare delle vicende legate all’infanzia di Gesù e quello successivo per il trittico sinottico (predicazione di Giovanni Battista, battesimo di Gesù al Giordano, tentazioni nel deserto): argomenti su cui la liturgia si concentra in altri momenti dell’anno.
Eravamo poi passati alla chiamata di Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo la pesca insperata, e – pur non leggendo direttamente durante la liturgia domenicale questi passi – avevamo seguito il capitolo 5, con i primi gesti di liberazione dal male, la chiamata del pubblicano Levi e le prime discussioni di Gesù (in particolare sul digiuno).
La presentazione della figura di Gesù poteva dirsi, dunque, completa: annuncio in parole e opere, chiamata di una comunità intorno a sé, contrasti con i perbenisti della società ebraica di allora.
Avevamo, tuttavia, fatto un ulteriore passo, analizzando – per ben tre domeniche consecutive – il capitolo 6 di Luca, in cui è contenuto un lungo discorso di Gesù (parallelo al discorso della montagna di Matteo, anche se qui si svolge in pianura), dove avevamo incontrato le beatitudini, il brano sull’amore per i nemici, l’invito a non giudicare (con la parabola della pagliuzza e della trave).
Questo, dunque, il percorso che avevamo fatto prima della Quaresima e del tempo di Pasqua.
Il vangelo odierno, come anticipato, riparte dal capitolo 10.
Abbiamo, dunque, un gap di 3 capitoli da colmare.
Cosa è narrato in questa sezione del vangelo di Luca?
Innanzitutto, nel capitolo 7, vengono raccontati alcuni gesti di liberazione dal male che aggiungono elementi nuovi circa la persona di Gesù: la guarigione del servo di un centurione (dunque, di un pagano); la rivitalizzazione del figlio della vedova di Nain (che era morto).
Poi il dialogo a distanza con Giovanni Battista che è in dubbio circa l’identità di Gesù («Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?») e lo straordinario episodio della donna peccatrice che, in casa di un fariseo, piange e bagna di lacrime i piedi di Gesù per poi asciugarli con i capelli, baciandoli e cospargendoli di profumo.
Il capitolo 8, invece, si apre con la segnalazione che il seguito di Gesù non era solo maschile («C’erano con lui i Dodici e alcune donne») e prosegue con l’esposizione della parabola del seminatore e altri racconti di miracoli (la tempesta sedata, la guarigione di un indemoniato, la rivivificazione di una fanciulla morta e la cura dell’emorroissa).
Il capitolo 9 narra della missione dei Dodici che richiama molti aspetti del vangelo odierno («Non prendete nulla per il viaggio»; l’invito a rimanere in una sola casa; il suggerimento di scuotere la polvere dai piedi di fronte a un rifiuto), la moltiplicazione di pani e dei pesci, i primi due annunci della passione, la trasfigurazione e l’avvio del cammino verso Gerusalemme.
Il capitolo 10 è quello da cui si riprende con la seconda parte del tempo ordinario, inaugurata proprio questa domenica: «In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”».
La costruzione del Regno di Dio è un’opera complessa che richiede la collaborazione di tante persone che – avendo sperimentato nella loro vita la bellezza del vangelo – provano a trasmetterlo con la loro esistenza.
Mi pare un buon ricominciamento, anche per noi, che viviamo tempi in cui davvero «La messe è abbondante».