Domenica delle Palme (letture)

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco (Mc 14,1-15,47)

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

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Domenica delle Palme (commento)

Eccoci giunti alla Domenica delle Palme, in cui si legge la passione di Gesù. Il testo è molto lungo e ripercorrerlo nella sua interezza è impossibile nello spazio di un breve commento.

Mi vorrei soffermare solo su questo aspetto: molti personaggi entrano in scena, tutti, in qualche modo, promettenti, ma, uno dopo l’altro, essi cadono (non solo o non tanto moralmente, ma proprio dal punto di vista narrativo).

Il primo che compare è Giuda… il quale – forte delle sue ragioni – decide di vendere il suo maestro. Si presenta baldanzoso, sia dai sacerdoti che all’orto degli ulivi… ma la sua parabola rovina precipitosamente: «Vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”. Ma quelli dissero: “A noi che importa? Pensaci tu!”. Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi».

Il secondo è Pietro, che dopo aver proclamato solennemente «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò», dopo essere stato uno dei tre che Gesù si è tenuto vicino al Getzèmani ed essere stato l’unico ad avere il coraggio di seguirlo fino al cortile di Caifa, arriva a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». Anche per lui l’esito è una disfatta: «Uscito fuori, pianse amaramente».

Poi c’è Pilato che potrebbe salvare Gesù e che ha pure una moglie che gli indica la via («Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua»). Eppure anche lui cede, rilasciando Barabba.

C’è, infine, Simone di Cirene, l’unico che vorrebbe star fuori da quella vicenda, ma che, costretto da chi è più potente di lui, diventa il simbolo dell’umano, incapace di resistere all’ineluttabile.

Tutti, in qualche modo, partecipano di quella condanna ingiusta. Nessuno riesce a opporsi. Chi trascinato dalle sue ragioni, chi dalla paura, chi dell’opportunità politica, chi da un potere più forte di lui… tutti cadono – anche quelli che erano partiti con le migliori intenzioni.

Solo Gesù fa il percorso inverso: lui che inizialmente piange, che vorrebbe non dover sostenere quell’ora decisiva, alla fine è l’unico che sa fronteggiarla senza cedere alla meschinità, mantenendo fede alla sua dignità di essere umano.

Proprio per questo, chi lo vede morire, afferma: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

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Domenica delle Palme (letture)

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo (Mt 26,14- 27,66)

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

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Domenica delle palme (commento) – Costretti a stare, senza scappare via

Come ogni anno, durante la domenica delle Palme, cioè la domenica che precede la Pasqua, si legge il racconto della passione di Gesù.

Quest’anno (anno C) il testo è tratto dal vangelo di Luca.

La lettura è troppo lunga per essere riportata per intero, ho perciò scelto due passaggi su cui concentrare la mia riflessione: sono quelli che riguardano due Simoni.

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Domenica delle palme (letture)

La liturgia della domenica delle palme prevede la lettura del passio, quest’anno nella versione dell’evangelista Luca.

Riporto solo i passi che ho scelto di commentare:

Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

[…] Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

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