II Domenica di Avvento (commento) – Cosa ci aspettiamo da questo Natale?

In questa seconda domenica di avvento, il liturgista “ruba” le parole che l’evangelista Luca ha scritto per annunciare l’entrata in scena di Gesù nella vita pubblica (quando Gesù ha già trentanni) e le adopera per prepararci al Natale.

Il testo è quello in cui si narra la predicazione di Giovanni Battista, che ha capito e vuol far sapere a tutti che qualcosa di decisivo sta per accadere.

Il liturgista prende questo brano e lo colloca in avvento, “retrodatando” l’annuncio e usandolo per la nascita di Gesù.

L’intenzione è quella di “svegliarci”, di farci tirar su la testa dall’immersione nelle occupazioni quotidiane, per farci porre attenzione su quello che di qui a poche settimane andremo a ricordare: un Dio che si è fatto uomo, è entrato nella storia (cioè nello scorrere del tempo) e ha preso corpo, facendosi carne, vulnerabile, mortale.

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II Domenica di Avvento – letture

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,1-6)

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

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I Domenica di Avvento (commento) – Pensare al futuro per orientare il presente

Con oggi inizia il nuovo anno liturgico (C), che si apre – come dicevamo due settimane fa nel nostro “ripassino” – con il tempo di avvento. L’evangelista di riferimento è Luca.

Ed è proprio dal suo vangelo che è tratto il brano di questa domenica. Il testo ci è familiare, perché solo due domeniche fa leggevamo il medesimo discorso di Gesù nella versione di Marco.

Si tratta del cosiddetto “discorso escatologico” composto con un linguaggio “apocalittico”.

“Escatologico” e “apocalittico” sono due parole difficili, quindi vale la pena di spiegarle.

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I Domenica di Avvento (letture)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

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Cristo re (commento) – Un re testimone

Oggi si chiude l’anno liturgico, con la festa di Cristo Re.

Il vangelo scelto è infatti quello in cui – secondo l’evangelista Giovanni – Pilato chiede a Gesù circa la sua identità: «Sei tu il re dei Giudei?».

Gesù – come spesso è solito fare – non risponde direttamente alla domanda, ma a sua volta chiede come sia possibile che un romano utilizzi questa locuzione, tipicamente ebraica: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».

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XXXIII Domenica del tempo ordinario – letture

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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XXXII Domenica del tempo ordinario (commento) – Disposizione d’animo

Il vangelo di questa domenica (come quello di settimana scorsa) è ambientato a Gerusalemme.

È già dal capitolo 11 del libro di Marco, che Gesù è giunto a destinazione.

Al capitolo 14 inizierà il racconto della passione.

Oggi siamo alla fine del capitolo 12, al tempio, dove, un episodio relativamente ordinario (una vedova povera che getta monete in offerta), diventa l’occasione per riflettere sulla differenza tra una religiosità di facciata, da un lato, e la sincerità del cuore, dall’altro.

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XXXII Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

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XXXI Domenica del tempo ordinario (commento) – Dio, io e il prossimo

Il vangelo di questa domenica ci presenta una situazione piuttosto anomala: l’incipit («Si avvicinò a Gesù uno degli scribi») indurrebbe infatti a pensare che – per l’ennesima volta – si stia profilando uno scontro tra Gesù e l’intellighenzia religiosa del suo tempo.

L’esito di questo incontro invece è inaspettatamente positivo: «Lo scriba gli disse: “Hai detto bene”» e Gesù, «vedendo che egli aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”».

Il punto è dunque capire perché, a differenza di tutti gli altri incontri con l’élite culturale del popolo ebraico, questa volta i toni sono di reciproca stima.

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