XI Domenica del tempo ordinario (commento) – Un sogno sognato da soli…

Questa domenica ricomincia davvero, di nome e di fatto, il Tempo ordinario, cioè quel periodo caratterizzato non dalla straordinarietà di un “tempo forte” (Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua), ma dalla quotidianità della vita (nostra e di Gesù).

Riprende infatti anche la lettura di brani del vangelo che narrano ciò che Egli ha detto e fatto nei mesi della sua vita pubblica, prima degli ultimi giorni a Gerusalemme.

In particolare oggi, l’evangelista Marco ci propone due parabole che provano a spiegare cosa intenda Gesù con la locuzione “regno di Dio” (l’oggetto principale della sua predicazione). Per farlo utilizza il paragone con il seme.

Nel primo caso si mette in luce come esso, una volta seminato, germogli e cresca («germoglia e cresce»), indipendentemente dall’azione del seminatore («dorma o vegli»). «Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga».

Il regno di Dio, dice Gesù, è come questo seme: una volta seminato, ha una intrinseca potenza di vita che lo fa germogliare e crescere.

L’immagine è potente, soprattutto se proviamo a tradurre l’espressione “regno di Dio” con parole che possano aiutarci a capire meglio: il regno di Dio è il mondo come Dio lo vuole, il mondo come potrebbe essere se tutti provassimo ad amarci come Gesù ci ha amato, un mondo fondato sulla solidarietà e non sulla rivalità, sulla gioia per il bene altrui e non sull’invidia, sulla cura e non sulla violenza…

Ecco… il sogno di un mondo così, una volta che è stato seminato (ed il primo a proporlo – “seminarlo” – è stato proprio Gesù) «germoglia e cresce». Tant’è vero che quel sogno – seppur non ancora pienamente realizzato (“Venga il tuo regno”) – è arrivato fino a noi e germoglia e cresce in ogni gesto di amore, di solidarietà, di cura, di gioia per il bene altrui… e ce ne sono miliardi ogni giorno su questa terra!

La seconda parabola costituisce invece un paragone tra il regno di Dio e «un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

In effetti, come tutti i sogni, anche quello di un mondo intriso d’amore, non appena viene sognato (seminato) viene rimpicciolito… dalla sfiducia nella sua realizzazione, dalla disillusione, dalla smisuratezza tra la nostra realtà e il sogno stesso…

Ci sentiamo così piccoli… noi con il nostro sogno…

Eppure… la parola di Gesù è lì a chiedere la nostra fiducia… a ridarci la fiducia, che a volte smarriamo strada facendo… perché «un sogno sognato da soli è solo un sogno. Un sogno sognato assieme è una realtà» [John Lennon].

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