IV Domenica del tempo ordinario (commento) – Invidia e smarcamento

Il vangelo di questa domenica è la diretta continuazione di quello di settimana scorsa.

Gesù nella sinagoga di Nazareth aveva letto il rotolo del profeta Isaia (con qualche variazione), pronunciando – secondo l’evangelista Luca – queste parole: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Al termina aveva esclamato: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Il suo intervento suscita stupore, perché tutti a Nazareth sapevano che lui era «il figlio di Giuseppe» e, sebbene le parole di Gesù fossero un vangelo, un lieto messaggio, l’annuncio di qualcosa di bello, la meraviglia gira velocemente in aggressività e violenza.

Perché?

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IV Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,21-30)

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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III Domenica del tempo ordinario – letture

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,1-4; 4,14-21)

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

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II Domenica del tempo ordinario (commento) – Dio non ci vuole asceti, ma festaioli

In questi prossimi mesi di gennaio e febbraio, ascolteremo brani di vangelo tratti dalla vita pubblica di Gesù, inaugurata con il Battesimo al Giordano, di cui abbiamo parlato settimana scorsa.

Ci fermeremo poi, a partire da marzo, per la Quaresima e il Tempo di Pasqua e – ormai a giugno – riprenderemo con la vita “ordinaria” di Gesù.

Ora siamo proprio agli inizi. Gesù ha trent’anni. Ha ricevuto il battesimo da Giovanni Battista ed è tornato al nord, in Galilea, nella sua regione.

È proprio lì che l’evangelista Giovanni colloca il primo “segno” di Gesù, a Cana.

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II Domenica del tempo ordinario (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,1-12)

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

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Battesimo del Signore (commento) – Relazioni amorose

A partire da questa domenica, ci inoltriamo nella vita adulta di Gesù.

In particolare in quegli anni in cui Egli si propone pubblicamente sulla scena del mondo, uscendo dall’oscurità e dall’anonimato in cui aveva vissuto fino a quel momento.

L’episodio che inaugura questa nuova fase della sua esistenza avviene quando ha circa trent’anni e si concretizza nell’andare da Giovanni Battista a farsi battezzare.

È questo l’episodio inaugurale della cosiddetta “vita pubblica” di Gesù.

Un episodio che l’evangelista Luca ci narra, tratteggiandolo con toni da investitura: «Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”».

Da questo momento in avanti inizierà la “missione” di Gesù, cioè far conoscere Dio agli uomini.

Di fatti, Egli – prima in Galilea e poi fino in Giudea – attraverso gesti, parole, incontri, prese di posizione, ecc… proverà a spiegare alle persone chi è Dio.

Il battesimo al Giordano, dunque, per come ce lo racconta Luca, è una sorta di investitura alla vigilia della partenza per la missione: un incipit che potrebbe assomigliare a quello di tante avventure.

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Battesimo del Signore – letture

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,15-16.21-22)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

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Natale 2021 – Provocazioni

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1-14)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Ci sono alcune storie (come quella della nascita di Gesù) e alcune considerazioni ad esse legate (come il fatto che Dio – nella credenza dei cristiani – si sia fatto uomo) che abbiamo sentito così tante volte, che ormai le diamo per scontate, ci paiono ovvie.

Forse per tornare a renderle “attive” e non più “disattivate”, può servire qualche provocazione che vada a disturbare la nostra placida serenità natalizia.

Prima provocazione: Gesù è davvero nato a Betlemme?

Oppure è stato l’evangelista Luca a creare una storia (il censimento e tutto il resto) per collocare la nascita di Gesù esattamente là dove le antiche profezie annunciavano che sarebbe sorto il messia?

E perché proprio Betlemme? Qualcuno lo sa?

Perché Betlemme era la città di Davide (ce la ricordiamo la storia di Davide?), il figlio di Iesse il Betlemmita (appunto…). L’ultimo dei fratelli, che neanche era in casa quando era giunto Samuele, il profeta, a ungere il nuovo re che, alla morte di Saul, avrebbe dovuto sostituirlo.

Forse è per questo che – in una gravidanza tutta al femminile – viene inserito Giuseppe?

Seconda provocazione: Luca, che vuole attribuire a Gesù la discendenza dalla stirpe eletta, quella di Davide appunto, escogita forse la paternità di Giuseppe per dare il “giusto casato” a Gesù?

E poi tutti questi angeli…

Terza provocazione: Cos’è questa coreografia celeste così assente poi in tutta la vita di Gesù?

I pastori hanno davvero ricevuto l’annuncio da parte della «moltitudine dell’esercito celeste»?

Lascio aperte tutte queste domande, in modo che ognuno, cercando la propria risposta, esca dal torpore del clima natalizio e torni a ragionare su una storia sentita migliaia di volte e su un fondamento della fede cristiana (l’incarnazione) considerato ovvio.

Perché – fatta la tara a tutte le provocazioni – cos’è il Natale?

«Si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia».

Il Natale è una nascita: una mamma che mette al mondo un neonato… un bambino che avrà poi una storia pazzesca e nel quale alcuni riconosceranno Dio in persona, perché ha insegnato al mondo l’inumano Amore di «chi rantola senza racore» [De André].

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