IV Domenica del tempo ordinario (commento)

Il vangelo di questa domenica è tratto dal primo capitolo di Marco. Siamo proprio agli inizi della missione pubblica di Gesù, la quale – come sappiamo – è caratterizzata da incontri, parole, gesti…

In particolare, oggi l’incontro-scontro narrato è quello con un indemoniato, nella sinagoga di Cafàrnao.

Leggendo il testo, mi è sembrato di avere un déjà vu, perché una quindicina di anni fa ho partecipato a un incontro di approfondimento sul vangelo e, mentre il relatore parlava, un signore del pubblico si è messo a inveire contro di lui.

Ricordo che ciò che aveva suscitato una reazione tanto forte e inaspettata era stata l’affermazione del conferenziere sull’amore incondizionato di Dio, cioè sulla sua misericordia senza condizioni.

In particolare l’espressione “Se l’inferno esiste, spero sia vuoto” (espressione recentemente ripetuta anche da papa Francesco alla trasmissione “Che tempo che fa”) aveva scatenato le urla di quel partecipante: “Non è possibile che una SS sia in paradiso con madre Teresa! Questo relatore è un pazzo!”.

Detto ciò, era uscito sbattendo la porta.

A quel punto, il conferenziere aveva chiosato: “Il Dio che ci ha rivelato Gesù, oggi come allora, può risultare inaccettabile”.

Proprio come nel vangelo, qualche ora dopo, il signore che aveva avuto quella reazione era tornato sui suoi passi ammansito e aveva chiesto un colloquio personale al relatore al quale, dopo essere scoppiato in lacrime, aveva chiesto perdono, ringraziandolo per l’orizzonte che gli aveva aperto nella conoscenza del Signore.

La memoria di questo evento, mi pare possa aiutarci a dare il giusto inquadramento al brano di vangelo.

Innanzitutto, sentendo parlare di demòni, non dobbiamo subito pensare a “possessioni demoniache”, né all’idea di diavolo figlia del folklore medievale e di epoca moderna che è transitato in qualche modo fino a noi. Piuttosto si tratta di uno degli incontri che Gesù ha avuto con persone affette da comportamenti psicologicamente devianti, legati a una malattia o a esperienze di forte stress, frustrazione, burn out, alterazione, che scatenano comportamenti un po’ “fuori di testa”, “fuori norma”, “fuori dal consueto”, proprio come nel caso del signore della conferenza.

In secondo luogo, l’ambientazione (la sinagoga di Cafàrnao) e il contesto (Gesù che stupiva con il suo insegnamento su Dio) fanno pensare che ciò che ha scatenato la reazione da “indemoniato” di chi lo ascoltava sia stata precisamente la nuova idea di Dio che Gesù stava mostrando. Potremmo parlare di un “innesco religioso” della crisi.

Infine, il risanamento e il ritorno a una condizione di lucidità rivelano la possibilità dell’accoglienza del messaggio di Gesù, anche in chi lo trova, inizialmente, totalmente inaccettabile.

In effetti, un Dio come quello che Gesù ha rivelato suscita sconcerto.

Anzi, se non lo suscita è perché forse non lo abbiamo ascoltato in profondità.

Il vangelo di Marco, fin dai suoi inizi, vuole metterci di fronte a questo sconcerto… vuole farci picchiare il naso contro il fatto che se ci aspettiamo un dio scontato, forse siamo nel posto sbagliato.

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