II Domenica di Pasqua (commento)

Il vangelo di domenica è il primo – dopo Pasqua – in cui compare Gesù risorto.

La scorsa settimana, infatti, avevamo il testo in cui le discepole e i discepoli ritrovano il sepolcro aperto e vuoto.

Erano segni deboli della risurrezione, tanto che – in prima battuta – non erano stati interpretati come segni della risurrezione: anzi, le ipotesi circa la sparizione del corpo di Gesù si erano indirizzate verso il timore del furto del cadavere.

Rasserena la nostra fede, invece, ascoltare, oggi, che la convinzione che Gesù sia risorto ha delle fondamenta più solide: non si è trattato solo del ritrovamento del sepolcro aperto e vuoto, ma dell’incontro con il risorto stesso.

Tutti i vangeli (anche se quello di Marco solo con un’aggiunta successiva) riportano queste esperienze di apparizioni.

La domanda da porsi, tuttavia, è se – effettivamente – si tratti di segni forti.

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Pasqua (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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Non sono di nessuno – Commento al vangelo della XXXII Domenica del tempo ordinario

Il brano del vangelo di questa domenica parla della risurrezione.

Non, però, della risurrezione di Gesù, come siamo abituati a sentire, ma della fede di Gesù nella risurrezione.

Di nuovo, non tanto della credenza di Gesù in una dottrina (“Le persone risorgono dai morti” / “Esiste una vita dopo la morte”), ma della fede, intesa come fiducia di Gesù in Dio, che per lui è Signore dei vivi e non dei morti, che – cioè – ci vuole vivi e non morti.

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XXXII Domenica del tempo ordinario (letture)

Da vangelo secondo Luca (Lc 20,27-38)

In quel tempo, gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

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II Domenica di Pasqua (commento) – Credere alla risurrezione non è così scontato

Il vangelo della domenica successiva alla Pasqua è molto conosciuto: si tratta del racconto dell’apparizione di Gesù ai discepoli, avvenuta proprio il giorno della risurrezione.

Di questo momento così importante, ciò che viene sottolineata è l’assenza dell’apostolo Tommaso, il quale – ricevuta dagli altri la notizia dell’incontro con il risorto – si mostra scettico.

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Domenica di Pasqua (commento) – I segni deboli della risurrezione

La domenica di Pasqua i vangeli ci presentano i segni della risurrezione di Gesù.

La risurrezione, infatti, non è narrata, perché nessuno vi ha assistito.

Ciò che è raccontato è piuttosto la progressiva presa di coscienza da parte della comunità delle discepole e dei discepoli di ciò che era accaduto.

Ecco perché la risurrezione è l’evento della vita di Gesù più messo in discussione, fin da subito, da parte dei non cristiani: perché non fu un evento pubblico (come il battesimo o la crocifissione), perché nemmeno i suoi o le sue erano presenti (come alla trasfigurazione o all’ultima cena) e perché – effettivamente – ha del paradossale (vincere la morte).

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Domenica di Pasqua (commento) – Un evento discreto

La Domenica di Pasqua si celebra la risurrezione di Gesù.

Il tratto più caratteristico di questo evento, così straordinario da apparire incredibile, è la sua discrezione.

Spesso ci festeggia la Pasqua con toni trionfalistici, spesso la si “usa” per indicare la “rivincita” di Gesù sulla morte e su tutti quelli che nella sua crocifissione avevano visto (o voluto) la sua sconfitta. Anche a noi, forse, in qualche discussione, è scappato detto: “Va beh, è morto, però poi è risorto”, come a dire… il “nostro” alla fine ha vinto.

I testi evangelici però non hanno questi toni.

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