VII domenica del tempo

Il testo del vangelo che leggiamo questa domenica è uno dei più belli del NT, almeno secondo me, ma purtroppo si legge pochissime volte, perché la VII domenica del tempo ordinario solitamente ricorre quando è già iniziata la quaresima e perciò il vangelo è sostituito da un brano di quel tempo liturgico. Per intenderci, negli ultimi 10 anni non si è mai letto. Ma quest’anno, con la Pasqua così lontana, la quaresima inizia tardi e perciò abbiamo la possibilità di sentire pezzi del vangelo che non si leggono a messa da un bel po’.

In più, come dicevo, si tratta di testi bellissimi. Quello di questa domenica, per esempio, è la continuazione del discorso di Gesù che abbiamo iniziato a leggere domenica scorsa, quello in cui proclamava le beatitudini e i “guai”. Dicevamo, in quell’occasione, che non si trattava di promesse o minacce legate all’aldilà: non è che Gesù annunci premi per alcuni e punizioni per altri. Piuttosto Gesù sta dando delle indicazioni su come vivere nell’aldiqua, su come, secondo lui, si può vivere una vita bella in questo mondo, su come si può costruire un mondo più bello, per tutti.

E infatti il discorso prosegue con il testo che leggiamo questa domenica: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro».

Questo atteggiamento, secondo Gesù, rende la vita più bella e il mondo migliore.

Certo, ad una prima lettura sembra un discorso assurdo e comunque impossibile. Ma forse non bisogna farsi scoraggiare (pensando: “Lui che era Dio poteva magari riuscirci, ma io no di sicuro”), quanto piuttosto provare a capire. È logico che se penso alle indicazioni di Gesù in senso generale e ipotetico, le trovo inconcepibili e forse anche ingiuste (come si fa ad amare i propri nemici? come si fa a non chiedere indietro qualcosa di mio che qualcun altro si è preso?).

Ma la domanda da porsi, prima di fare tutti questi ragionamenti (fatti solo per concludere: io non ci provo neanche a vivere così – che in fin dei conti è l’esito già deciso a prescindere quando sentiamo discorsi di questo genere) è: che tipo di persona può trovare ragionevole il discorso di Gesù? che tipo di interiorità deve avere una persona che crede realizzabili quegli atteggiamenti? a che cosa mira uno che prova a vivere così?

E di conseguenza: che percorso va fatto, che processo va messo in atto per essere una persona di quel tipo?

Perché, a ben guardare, non è vero che noi non siamo in grado di attuare quegli atteggiamenti, non è vero che si tratta di modi di essere impossibili: noi tante volte porgiamo l’altra guancia, diamo anche il mantello a chi ci prende la tunica e così via… Lo facciamo continuamente, per esempio con i nostri figli, o con le persone che amiamo, con gli innamorati, con gli amici, con i “nostri”…

E Gesù lo sa: infatti il suo discorso prosegue così: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto».

Gesù sa che siamo capaci di quegli atteggiamenti, di quella interiorità. Sa che, potenzialmente, siamo persone in grado di trovare il suo discorso non solo ragionevole, ma attuabile. Anzi, già lo attuiamo con in “nostri”.

Il suo invito è quello di estendere questa nostra capacità di amare non solo ai “nostri”, ma a tutti. In qualche modo la sua visione di un mondo migliore è quella per cui ogni persona guarda agli altri come ad uno dei “suoi”.

Ecco perché aggiunge: «Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla».

Questo ci farà figli di Dio, cioè simili a lui, perché – ecco la bomba di questo testo – «egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi».

Forse oggi è bene ricordarlo, perché pare che molti che si dicono cristiani l’abbiano scordato: il Dio dei cristiani, il Dio che Gesù è venuto a farci conoscere è benevolo con gli ingrati e con i malvagi. E essere suoi figli, suoi discepoli, cioè essere cristiani, vuol dire essere «misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro».

Non per meritarsi il suo bene o il premio della vita eterna, ma per vivere una vita bella nell’aldiqua, per avere – come dice sempre il testo del vangelo – «una buona misura, pigiata, scossa e traboccante nel grembo».

Letture

Dal primo libro di Samuele (1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23)

In quei giorni, Saul si mosse e scese al deserto di Zif conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif. Saul si accampò sull’altura di Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava nel deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto, Davide mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero. Allora Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell’esercito di lui. Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata all’intorno. Davide si rivolse ad Achimelech, l’Hittita e ad Abisài, figlio di Zeruià, fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me da Saul nell’accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò io con te». Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno. Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore. Così Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era dalla parte del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore. Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era grande spazio tra di loro. Rispose Davide: «Ecco la lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1 Cor 15,45-49)

Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 27-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

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