Domenica di Pasqua (commento)

Quando muore qualcuno di caro – e noi bergamaschi lo stiamo sperimentando in tanti – metterlo nella tomba e poi chiudere la tomba dà la sensazione di averlo “messo apposto”, messo al suo posto.

Certo, il dolore non passa, ma in qualche modo, il compimento del rito funebre segna il passaggio di una soglia: inizia il dopo. Lui/lei è apposto. Ora che non dobbiamo più occuparci di loro, nemmeno più del loro corpo morto, inizia il tempo per occuparci di noi, di come fare a vivere senza di loro, di chi siamo ora senza di loro.

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V Domenica di Quaresima (commento)

Per la terza domenica di fila, la liturgia ci mette davanti a testi molto lunghi e articolati.

Questa settimana l’episodio è quello – famosissimo – di Lazzaro, uno dei tre miracoli di “risurrezione” raccontati dai vangeli (gli altri due sono quello della figlia di Giairo – Mc 5,21-43, Mt 9,1826, Lc 8,40-49 – e quello del figlio della vedova di Nain – Lc 7,11-17).

Metto risurrezione tra virgolette perché sarebbe meglio dire che Gesù, in questi tre miracoli, più che risuscitare (nel senso che è proprio della sua risurrezione, cioè entrare in una vita nuova, che non muore più, una vita eterna), riporta in vita le persone in questione (che dunque, poi, moriranno di nuovo).

Non è su questo però che vorrei soffermarmi, anche se non posso omettere una riflessione: il senso di questi gesti di Gesù, come sempre, è quello di rivelare il vero volto di Dio, che è quello di colui che libera le persone dal male, anche dal male più radicale, cioè la morte.

Ciò su cui vorrei però fermassimo l’attenzione è una parte dei dialoghi – bellissimi – che si svolgono in questa vicenda.

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IV domenica di Quaresima (commento)

Il brano di vangelo di questa domenica è molto avvincente e coinvolgente (come era stato quello di settimana scorsa con la samaritana): l’evangelista riesce a “tirarci dentro” la scena e a farci sentire spettatori diretti, come se i fatti si svolgessero davanti ai nostri occhi.

Sono in particolare due gli aspetti su cui vorrei soffermarmi: innanzitutto le parole iniziali di Gesù e poi l’evoluzione della fede del cieco.

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III domenica di Quaresima (commento)

«Quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» [Rm 5,6-8].

Questo non dovremmo mai dimenticarlo: Dio non ha iniziato ad amarci, quando noi abbiamo iniziato a meritarcelo. La sua scelta di volerci bene, di esserci padre e dunque di considerarci figli è stata una scelta libera e gratuita, non condizionata dalla nostra condotta (interiore o esteriore), proprio come capita a noi quando ci nasce un figlio: non aspettiamo di vedere che scelte farà da grande per decidere se amarlo o no. Dal primo istante gli vogliamo bene incondizionatamente.

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III domenica di Quaresima (letture)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42)

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.

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II domenica del tempo ordinario (commento)

La vita pubblica di Gesù inizia, in tutti e quattro i vangeli, in stretta connessione con la predicazione di Giovanni Battista.

Tutti i testi sottolineano questo legame e l’evoluzione di questa relazione: inizialmente infatti pare che sia stato Gesù ad avere un ruolo di subalternità rispetto a Giovanni, il quale però gradualmente decresce per lasciar spazio all’emergere di Gesù.

Questo itinerario sembra scontato per noi, così avvezzi alla centralità di Gesù, anche se – in realtà – il percorso storico non deve essere stato così lineare. Anzi, i vangeli stessi mantengono delle tracce di tensione e rivalità fra il gruppo dei discepoli dell’uno e dell’altro.

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II domenica del tempo ordinario (testi)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,29-34)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

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